LA PIANA DI GIZA

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hayat_2alby
view post Posted on 12/8/2010, 00:02




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LE INFORMAZIONI DI SEGUITO RIPORTATE SONO STATE TRATTE DAL SITO:
www.anticoegitto.net/piramidigiza.htm

Alla sinistra del corso del Nilo, 11 km a sud-ovest della capitale, emerge dal Deserto Libico il complesso delle tre piramidi risalenti alla IV dinastia (2700-2500 ca. a.C.), costituito dai tre imponenti monumenti funerari dei faraoni Cheope, Chefren e Micerino.
Nei pressi sorgono la famosa Sfinge ,alcune piramidi minori (le tombe delle regine) e diverse mastabe di funzionari. Le piramidi di Giza erano annoverate nell'antichità tra le sette meraviglie del mondo. Sono i modelli classici di questo tipo di costruzioni. La "strada delle Piramidi" che collega la piazza di Giza con la zona archeologica, è stata inaugurata nel 1869 in occasione della visita dell'imperatrice Eugenia e ampliata nel 1932 per la visita di Vittorio Emanuele III di Savoia.
La piramide è la struttura architettonica caratteristica delle tombe reali dell'Antico e del Medio Regno: al suo interno veniva garantita la vita del sovrano oltre la morte, nell'oltretomba; nelle vicinanze sorgevano a volte anche un tempio e a altre costruzioni religiose.
L'edificio racchiudeva la camera funeraria (talvolta sotterranea), dove veniva deposta la mummia del faraone. Le piramidi testimoniano di un tecnica costruttiva di alto livello, tenuto conto della mancanza di attrezzi in ferro e di macchine per il sollevamento: gli strumenti erano in pietra e i blocchi da costruzione, del peso di molte tonnellate, erano trascinati su scivoli e terrapieni, in tempi molto lunghi e con impiego di un elevatissimo numero di uomini e animali da tiro. Eccezionale è la precisione con cui questi monumenti sono orientati astronomicamente, rivolti a nord.


LA PIRAMIDE DI CHEOPE
Dovuta all'architetto Hemiunu, la piramide di Cheope aveva in origine il lato di base di 230,50 m e raggiungeva, con un'inclinazione di 50°50' delle sue facce, i 146,60 m: attualmente il vertice è a 137,18 m e la piramide occupa una superficie di 53 000 mq, mentre il volume dello spazio interno supera i 2 600 000 mc.
Le sue quattro facce sono orientate quasi perfettamente verso i quattro punti cardinali.
Fu edificata nel XXVI secolo a.C. per volere del faraone omonimo. Sembra che i lavori siano durati una ventina d'anni e la manodopera impiegata sia stata di circa 100 000 persone.
Se si considera che occorsero quasi 7 milioni di tonnellate di pietra (circa due milioni e mezzo di blocchi di pietra da più di due tonnellate l'uno, ricavati in loco, ad eccezione delle lastre di rivestimento trasportate dalle cave di Tura, poi innalzati e assemblati), apparirà una volta di più gigantesco l'impegno di lavoro necessario per simili opere.
La piramide fu realizzata in tre progetti successivi che comportarono ogni volta delle modifiche.
Nel primo la camera sepolcrale (8 x 14 m) è sotterranea, a circa 31 m di profondità nella roccia, raggiunta da un corridoio secondo un angolo di 26,5°; tale progetto fu abbandonato come dimostra l'incompiutezza di questa stanza del sarcofago.
Del secondo progetto fa parte la costruzione nel corpo stesso della piramide, a una ventina di metri dal suolo, della camera sepolcrale per il re, detta "stanza della Regina" anch'essa incompiuta, collegata con un corridoio di circa 80 m, ascendente per un tratto e poi orizzontale e più largo, al punto d'ingresso.
Al terzo stadio vanno ascritti la "Grande Galleria", la camera sepolcrale e quelle di scarico.
Normalmente il turista può visitare le stanze e i corridoi del secondo e terzo progetto, in quanto è molto disagevole raggiungere la camera sotterranea e può compiere, accompagnato da una guida, l'ascensione dei monumento dall'angolo nordorientale della piramide.
In un quarto d'ora si giunge sulla piattaforma ( 10 x 10 m) della sommità, dove la fatica della salita viene ricompensata dall'indimenticabile panorama offerto sui grandi complessi funerari regali, sulle numerose mastabe di principi, funzionari regi e dignitari e, più lontano, a nord sul Nilo e sulla parte meridionale del Delta, a nord-est e ad est sulle floride aree coltivate, sui palmizi e sui centri abitati di Giza e Dokki, poi oltre il Nilo, sui grandi caseggiati e i minareti del Cairo, sulla Cittadella e il Muqattam, a sud sui vari palmeti di Menfi e più oltre, nel deserto, sui complessi di Abusir, Saqqara, Dahshur e Meydum, e a ovest, infine, sull'immensa distesa del Deserto Libico. All'interno della piramide si entra mediante l' ingresso del lato nord (il primo fu aperto nel IX sec., poi richiuso con blocchi di pietra) e si sale un basso corridoio fino all'inizio della "Grande Galleria" dove un corridoio orizzontale porta alla camera sepolcrale del secondo progetto (vasta 5.2o x 5,70 m). Riprendendo la visita dall'inizio della "Grande Galleria" (alta 8.50 m), rimarchevole per la sua concezione e la precisione della sua esecuzione, la si percorre per i suoi 47 m, per proseguire nel breve corridoio orizzontale (da questo punto il rivestimento è in granito) fino alla camera sepolcrale del re (5,20 x 10,40 m, alta 5,85 m), in granito di Assuan con un sarcofago vuoto e scoperchiato. Il soffitto della stanza è formato da nove blocchi di granito dal peso di circa 400 t ed è protetto da un dispositivo costituito di cinque compartimenti disposti uno sopra l'altro (camere di scarico) e separati ognuno da blocchi piatti di granito, l'ultimo dei quali coperto da blocchi di calcare disposti "a contrasto" allo scopo di ripartire le forze di pressione della massa. L'aerazione della camera è assicurata da due prese d'aria. Tra le principali scoperte avvenute presso la piramide di Cheope si ricorda il ritrovamento (primi anni Cinquanta) di due imbarcazioni di legno, deposte in due cavità sagomate nella roccia lungo il lato meridionale della piramide, una delle imbarcazioni, ricostruita, è conservata in un museo situato sul luogo del reperimento. Questa "barca solare", forse usata insieme ad altre per il trasporto della mummia del re e del corteo funebre, forse destinata al faraone per accompagnare il sole nel suo viaggio nell'aldilà, era costruita in cedro importato dal Libano e in sicomoro locale: lunga 43,40 e alta 5.90 m, aveva una stazza di 40 tonnellate. Altro importante ritrovamento fu quello della tomba, forse secondaria, della regina Hetepheres (moglie di Snefru e madre (Cheope), l'unica tomba reale dell'Antico Regno trovata intatta, nel 1925, a 100 m dal lato orientale della piramide: essa ha restituito un ricco corredo, ora al Museo del Cairo.


PIRAMIDE DI KEFREN
Questa piramide (XXVI sec. a.C.). che offre la particolarità di possedere ancora intorno al vertice (più a punta di quello della piramide di Cheope) buona parte dei suo rivestimento originario, è situata nel punto più alto del pianoro ed è di poco posteriore alla Grande Piramide. 136,40 m, con lati di 210,5 m alla base, presenta un'inclinazione delle sue facce di 53° e 8' e il suo volume è calcolato intorno ai due milioni di metri cubi. L'interno è meno interessante di quello della piramide di Cheope ed è il risultato di due progetti diversi successivi. Gli ingressi sono due, entrambi sulla faccia nord, uno a 15 m dalla base e l'altro a livello del terreno. Questo conduce a una prima sala sepolcrale scavata nella roccia (10,42 x 3.14 m) e all'incontro con il corridoio superiore che da 11,53 m sopra il livello della base scende per 32 m con una pendenza di 25° e 55' fino a circa 3 m sotto il livello di base e si fa orizzontale portando alla sala sepolcrale (14,10 m per 4,95, alta 6,85) che è esattamente al centro della piramide. Scavata nella roccia, questa presenta rivestimenti soltanto nella volta e ospita un sarcofago reale in granito rosa, non decorato, trovato vuoto nel 1918 da Giovanni Belzoni, che, primo in epoca moderna, penetrò penetrò nell'interno della piramide (che era stata violata nel 1200). Quello che rende storicamente eccezionale la piramide di Chefren è il fatto che le strutture in cui era inserita sono sufficientemente conservate per offrire una valida documentazione sull'Egitto di questo periodo: essa infatti costituisce il primo esempio di insieme sepolcrale in cui è presente ogni elemento previsto dal "canone". Nel 1910 furono restituiti alla luce, ai piedi della piramide sul lato est, gli avanzi di un vasto tempio funerario, il tempio alto di Chefren, in cui sono riconoscibili le strutture essenziali distribuite in un settore accessibile ai fedeli un altro destinato esclusivamente al culto. Rettangolare, misura circa 110 m per 45 e il suo asse è orientato al centro della piramide: l'ingresso si trova est. Collegato a questo tempio, tramite la rampa processionale, è il tempio a valle di Chefren, l'esempio meglio conservato dell'architettura monumentale dell'antico Egitto. Esso fu scoperto nel 1852 da Mariette, che durante quegli scavi riportò alla luce anche la nota statua di Chefren, in diorite, oggi al Museo del Cairo. Gli scavi furono completati nel 1910 dalla spedizione Von Sieglin. Di pianta quadrata (circa 45 m per lato), presentava due entrate che portavano a un vestibolo e a una vasta sala ipostila costituita da un ambiente trasversale e uno longitudinale formanti una T rovesciata (i 16 pilastri monolitici in granito, gli architravi, il pavimento in calcare alabastrino e le pareti sono conservati); lungo le pareti erano probabilmente collocate 23 statue del sovrano. Il tempio era destinato alle cerimonie di purificazione e mummificazione della salma.

LA PIRAMIDE DI MICERINO
Con la fine della IV dinastia si delinea una diversa organizzazione sociale: il potere del faraone tende a diminuire di fronte a una diversa distribuzione di ricchezza e autorità. La piramide di Micerino, figlio di Chefren, riflette questa tendenza per le minori dimensioni delle precedenti tombe reali, la minor cura costruttiva e il minor rispetto dei tempi di costruzione. I lati alla base misurano circa 108 m, l'altezza è di 65,50 m e il rivestimento in granito rosa di Assuan interessava 1/3 circa di questa altezza: la parte superiore era rivestita invece di calcare bianco di Tura. La sua costruzione risale al XXVI sec. a.C. L'interno, il cui ingresso sulla faccia nord (a 4 m dalla base) fu ritrovato nel 1837, presenta un corridoio. scavato quasi interamente nella roccia secondo un primo progetto e oggi sbarrato, che sbocca nella parte superiore di una prima camera scavata nella roccia. Del secondo progetto fa parte il corridoio attualmente utilizzato, che dopo 31 m di pendenza diventa orizzontale e sbocca in un'anticamera (3.65 x 6 m) e termina, poco sotto al primo corridoio, in una vasta camera sotterranea (10,57 x 3,85 m, alta 4 m) che sì completa con un'altra più piccola con evidente il luogo dove era collocato il sarcofago, trasportato in un secondo tempo nella sala sepolcrale definitiva 4,50 m più in basso nella roccia, e rivestita di granito. Il sarcofago in basalto ivi ritrovato è andato perduto a causa del naufragio della nave che lo trasportava a Londra. Lungo il lato nord-est della piramide vi sono le rovine del tempio di Micerino, terminato dopo la prematura morte del re dal figlio Shepseskaf non più in pietra, ma con un rivestimento in mattoni crudi intonacati. Nella pianta di questo tempio risulta chiara la distinzione di due aree con funzioni diverse: una parte accessibile per i servizi quotidiani al re defunto e una segreta direttamente connessa con la piramide. Poco a sud del tempio vi sono tre piccole piramidi con gli avanzi dei loro relativi templi. La più grande era la tomba della regina Khamerernebty.


LE MASTABE DELLA PIANA DI GIZA
Ai lati della piramide di Cheope, escludendo la parte settentrionale, vi sono oltre alle piccole piramidi delle regine, numerose tombe a mastabe destinate ai membri della famiglia reale, agli lati funzionari dello stato e ai dignitari del culto. Appartengono alla IV, alla V e alla VI dinastia.
La mastaba, che consiste in un pozzo scavato nella roccia e che termina in profondità allargandosi in una stanza dove veniva posta la salma del defunto, aveva sulla superficie una sovrastruttura in muratura destinata a luogo di culto per il morto.
La sovrastruttura, a forma di parallelepipedo con pareti rastremate, dapprima compatta, subì numerose varianti fino a divenire un insieme di vani. Hanno una cappella, destinata a luogo di culto e alle offerte giornaliere, che in un primo tempo era situata all'esterno sulla parete orientale della tomba. Le pareti dei vani erano decorate con scene inerenti alla carica del funzionario inumato. Di qui il grande valore storico, infatti grazie a queste raffigurazioni abbiamo potuto conoscere istituzioni e vita degli antichi Egizi.
Le mastabe della V e Vi dinastia, quelle di Qar e di Idu situate al limite nord della grande necropoli orientale della piramide di Cheope,sono di tipo anomalo, perché la sovrastruttura (ora quasi scomparsa) sembra consistesse in un'area recintata con una cappella rupestre accessibile tramite una scala. La prima camera a pilastri che precede il luogo delle offerte presenta lungo la parete sud una fila di statue ad altorilievo allineate entro un'unica nicchia, con funzione protettiva e sostitutiva del defunto, per assicurarne la sopravvivenza.
Anche la mastaba di Idu presenta la stessa abbondanza di decorazioni scultoree : nella camera delle offerte, scavata nella roccia, ci sono sei statue dentro singole nicchie con architravi e montanti con scritti nomi e titoli del defunto, e l'edicola funeraria con la parte inferiore ritagliata a nicchia che ospita un'insolita rappresentazione del defunto a mezzo busto con le mani protese verso la tavola d'offerta che è davanti a lui.

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Le piramidi della discordia
Giza. L’ultima delle sette meraviglie del mondo al centro di un vivace dibattito tra ufologi e scienziati: quando la fantascienza si oppone alla ragione
di Adriano Ferrarato

La Sfinge e le tre piramidi di Giza, il complesso funerario situato alla periferia de Il Cairo, in Egitto. Una necropoli straordinaria che è anche l’ultima delle sette meraviglie del mondo sopravvissuta fino ai nostri giorni, ammirata da scienziati, archeologi e turisti di tutto il mondo. Ma anche tanto amata dalla teorie degli ufologi e da una vasta letteratura che tenderebbe a dimostrare in proposito come la triplice costruzione racchiuda il segreto di un presunto collegamento tra l’antica civiltà degli egiziani ed una più misteriosa proveniente dallo spazio. Verità e menzogne che si sono rincorse e combattute negli anni, ma che concretamente non hanno mai dato prove inconfutabili ma solo ipotesi deboli se non addirittura troppo fantasiose.

In particolare, presso i più accaniti fan dell’esistenza di ET nella galassia circola un’idea abbastanza affascinante: per loro infatti questi immensi mausolei servirebbero come sorta di struttura-guida per le astronavi aliene. Come è noto infatti la disposizione degli incredibili monumenti dei faraoni Cheope (il più grande in dimensioni), Chefren e Micerino si allineano perfettamente, visti dal cielo, con la cintura astrale di Orione, tanto da destare stupore presso gli studiosi per la straordinaria precisione con cui gli egizi erano riusciti a realizzarle e posizionarle, non disponendo dei mezzi scientifici attuali per eseguire calcoli di così grande complessità e distanza.

Le piramidi rappresenterebbero così un canalizzatore di segnali capace di guidare le navicelle extraterrestri verso il pianeta terra esattamente allo stesso modo di una bussola. E a conferma di questo ci sarebbe anche di più: nell’enorme tomba di Cheope, monarca descritto dallo storico Erodoto, è presente un complesso reticolato di tunnel e passaggi segreti che permettono la diffusione dei suoni in ogni punto della struttura, sia fuori che dentro. Secondo lo scrittore ed esperto di lingue antiche Zecharia Sitchin, autore anche di moltissimi libri di fantascienza (come ad esempio “The lost book of Enki”), queste cavità erano proprio utilizzate per trasmettere radio segnali nell’atmosfera con apparecchiature di avanzato livello tecnologico

www.wakeupnews.eu/2010/05/19/le-piramidi-della-discordia/

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Dassault Systèmes e il Museum of Fine Arts di Boston, uno dei musei di belle arti più importanti al mondo, hanno annunciato una partnership strategica che punta a mettere tutta la potenza del 3D industriale ed esperienziale al servizio dell'archeologia.
Il Giza Archives Project è un archivio digitale ospitato presso il Museum of Fine Arts di Boston e finanziato dalla Andrew W. Mellon Foundation. Il progetto è affidato alla supervisione tecnica dell'egittologo Peter Der Manuelian, Direttore del Giza Archives del MFA, e di Philip J. King, Professore ordinario di Egittologia presso l'Università di Harvard. Il progetto ha l'obiettivo di "raccogliere e collegare" su scala globale tutte le informazioni archeologiche relative alle Piramidi Egizie dell'altopiano di Giza.
Nell'ultimo decennio sono stati digitalizzati documenti di scavi, immagini di spedizioni storiche, appunti raccolti sul campo, mappe, planimetrie e schizzi delle tombe e delle piramidi di Giza. E' nato così il più grande database (con relativo sito Web) mai realizzato al mondo sull'altopiano di Giza (www.mfa.org/giza). La maggior parte dei reperti archeologici e delle immagini di repertorio è stata raccolta in quarant'anni di scavi dall'egittologo George Reisner (1867–1942), uno dei padri fondatori della moderna archeologia scientifica e capo della spedizione in Egitto dell'Università di Harvard e del Boston Museum of Fine Arts.
L'esperienza di DS nel 3D in tempo reale e la suite completa di soluzioni per la simulazione e la visualizzazione dei dati archeologici hanno permesso a Giza Project di realizzare esperienze interattive realistiche destinate sia agli addetti ai lavori sia al grande pubblico. La partnership permetterà di ricostruire virtualmente e in tempo reale l'altopiano di Giza sulla base dei dati archeologici disponibili.
DS e MFA svilupperanno insieme nuove esperienze multi-piattaforma, individuali e collettive, attraverso dispositivi Internet o sistemi più complessi di realtà virtuale e aumentata, basati su console per videogiochi, schermi 3D e sale cinematografiche interessate a proporre un nuovo tipo di interazione immersiva nel mondo dell'archeologia.

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QUANDO FU COSTRUITA LA SFINGE?
www.egittologia.net/Articoli/Mister...17/Default.aspx


La prova archeologica che ha fatto dedurre agli archeologi che la costruzione della Sfinge non è antecedente a quella delle piramidi.



Nel 1949 l'egittologo prof. Selim Hassan, pubblicò la sua opera principale: il diario ed risultati degli scavi fatti nel complesso della Sfinge.
Quest'opera imponente è a tutt'oggi accettata dalla comunità scientifica come la storia definitiva della Sfinge. Tra le cose più interessanti si legge che "tra il muro di cinta di Kheope e quello di Khefren, una volta scorreva un'ampia fogna progettata per lo scarico dell'acqua piovana. Quando il corpo della Sfinge fu scavato nella fossa che la circondava, formando un avvallamento, la fogna finiva direttamente in questo nuovo avvallamento. Per questo gli egizi dovettero chiudere la fogna alla base della Sfinge con blocchi di granito per evitare che l'acua nell'avvallamento straripasse. Questo provò oltre ogni dubbioche la fogna si trovava lì ancora prima che la Sfinge fosse intagliata nella roccia. Poiché la fogna separava le due piramidi, ovviamente le mura di cinta dovevano essere state costrutite PRIMA della Sfinge. Ciò fu confermato anche dalla scoperta di tombe intagliate nella roccia all'interno delle mura nord e sud della trincea che circondava la Sfinge e che risalgono tutte alla IV dinastia. Ancora una volta ciò voleva dire che la fossa si trovava lì prima ancora che le tombe fossero scavate.
Pertanto Hassan concluse che la Sfinge fu creata dopo la costruzione delle mura delle piramidi, ma prima della fine della IV dinastia.
Sembra una conclusione molto convincente.
Spero che questo metta fine a leggende e teorie non supportate da nulla se non dalla fantasia e ignoranza di alcuni romanzieri.

Marco E. Chioffi

Edited by hayat_2alby - 12/8/2010, 21:22
 
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view post Posted on 19/10/2016, 11:26
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Molto utile!!grazie! :(#cleo#):
 
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Diamanda
view post Posted on 31/10/2021, 19:03




Che ne pensate della teoria di Malanga? Quella esposta in certi video in cui parla della base di acqua sotto la piramide e del fatto che la piramide in realtà fosse una macchina perfar trasmigrare un'anima di un donatore nel corpo morto del faraone per farlo rivivere?
 
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2 replies since 12/8/2010, 00:02   234 views
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